Fuga nello spazio
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Olio su tela 200 x 120 - (1996)
Trattasi della grande sfida che gli attuali Governi stanno fronteggiando: le emissioni in atmosfera di gas inquinanti (CFC e CO2), con il conseguente buco nell’ozono e l’effetto serra che avvolge il Pianeta Terra.
I risultati ottenuti sinora appaiono di ben poco conto: il problema va perciò affrontato seriamente, superando gli egoismi nazionalistici, comprendendo che la questione investe chiunque su questo pianeta, e che se non si agisce con tempestività, inevitabilmente si arriverà presto ad una catastrofe, addirittura, ad un’apocalisse.
Questo è il monito lanciato, riprendendo un tema già trattato in altri lavori risalenti al 1970, con largo anticipo rispetto al protocollo di Kyoto.
Anche gli ultimi incontri di Copenaghen sono stati molto deludenti e inconcludenti, il che non deve indurre ad una sterile rassegnazione, ma, piuttosto, ad insistere nella battaglia, prima che sia troppo tardi.
Di qui, l’attualità estrema del discorso che esprime un certo scetticismo e pessimismo: se non ci dovesse essere una drastica inversione di rotta, gli esseri umani potrebbero essere costretti a vivere nello spazio, come prefigura l’opera rappresentata: un’astronave immaginaria con il suo “carico” umano, una famiglia che guarda malinconicamente, da lontano, il Pianeta Terra abbandonato, perché su di esso non è più possibile la vita.
Probabilmente, in futuro, con il progresso scientifico, si riuscirà anche a colonizzare lo spazio ed altri pianeti per poter “sopravvivere”, ma in quali condizioni ed a quale prezzo per l’umanità ?
Il messaggio che viene lanciato è: “Uniamoci, combattiamo, ribelliamoci, non accettiamo impassibili, la fine del pianeta, come fatto ineluttabile, fermiamo questo crimine perpetrato dai “poteri forti” delle multinazionali e dei governi irresponsabili loro complici, prima che sia troppo tardi, prima che il danno sia irreparabile, per il futuro delle prossime generazioni, dei nostri figli!”
Ricordi di un marine gli orrori della guerra
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Olio su tela 70 x 100 - (1971)
1977 Salviamo la Natura, l'Uomo, l'Ambiente (95 x 125)
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Olio su tela 120 x 100 - (1983)
La tematica trattata, con largo anticipo rispetto alla sensibilità collettiva verso queste problematiche, segue il filone riguardante la salvaguardia del Pianeta Terra e della relativa sopravvivenza della razza umana.
Il quadro su base romboidale si compone di n°4 rappresentazioni simboliche sequenziali, unite tra loro dallo stesso filo conduttore che pongono in evidenza come gli "umani" da molti decenni stiano inquinando e distruggendo il Pianeta e quale deve essere invece l’auspicio, come recita la scritta nell’opera, insieme al desiderio di liberarsi e sfuggire da questa condizione.
Purtroppo, in questi anni c'è stato un continuo trend negativo, il riscontro l’ho avuto frequentando ogni anno d’estate, per oltre un ventennio, le montagne del Trentino dove progressivamente i ghiacciai perenni si sono assottigliati, in alcuni taluni casi fino a scomparire.
L’opera esprime e ribadisce una forte denuncia contro le "lobbies" delle grande industria e dei poteri irresponsabili che ci governano e la previsione di un’eventuale catastrofe planetaria prende sempre più corpo, quasi in modo ineluttabile e con una certa rassegnazione da parte nostra.
Ed allora prima che sia troppo tardi, dobbiamo sensibilizzare in ogni circostanza chi gestisce il destino del nostro Pianeta, per una reale e significativa inversione di tendenza, per salvare il nostro bene più prezioso, la nostra "casa", la nostra amata "Madre Terra".